Nella navata destra della chiesa presso l'altare, dedicato alla Madonna delle Grazie si conserva un affresco (cm. 90 x 120) raffigurante un'Adorazione del Bambino con la Vergine e alcuni Santi Vescovi, attualmente protetto da un vetro con cornice dorata. Si tratta di un tema iconografico piuttosto diffuso nel territorio canavesano e discendente dalla bella Adorazione eseguita da Giovanni Martino Spanzotti nella chiesa di San Francesco a Rivarolo Canavese. La Vergine e i tre Santi Vescovi, trovano infatti un riscontro puntuale in alcuni dei personaggi raffigurati a Rivarolo. La fisionomia del primo vescovo a destra sbarbato e coperto da un piviale rosso, ricorda il vescovo di Rivarolo raffigurato di profilo all'estremità destra del dipinto, mentre la posizione sembra ispirata a quella del vescovo con piviale viola collocata alle spalle della Vergine dell'affresco spanzottiano. Il vescovo che segue a sinistra richiama il santo dalla lunga barba grigia che indossa un piviale rosso ed è collocato alla destra della Vergine di Rivarolo. Infine, il santo con il piviale verde e la folta barba sembra derivare dal vescovo raffigurato in posizione frontale al centro del dipinto rivarolese. L'affinità che lega l'affresco di Favria all'iconografia espressa nell'Adorazione di Rivarolo e l'atteggiamento orante dei tre santi, tutti leggermente rivolti a sinistra con altre figure di santi vescovi e con quelle di San Giuseppe, ad imitazione del modello rivarolese. Il dipinto appare frammentario e ha subito profondi rimaneggiamenti: ad esempio, la porzione di intonaco con l'immagine del Bambino, adagiato per terra sul manto della Vergine, come in altre Adorazioni spanzottiane (si veda, a titolo esemplificativo, l'Adorazione su tavola proveniente dalla Chiesa di San Domenico a Trino Vercellese e attualmente conservata presso il Museo Civico di Torino), nel Settecento è stata staccata dalla posizione originaria e ricollocata più in alto, sovrapposta ai piviali dei vescovi, per evitare che l'immagine fosse occultata dall'altare addossato alla parete. In altro l'intonaco muta di tonalità divenendo da blu scuro quasi morello, come il manto della Vergine che appare trapuntato di stelle dorate. L'affresco doveva proseguire anche verso l'alto come rivelano le membra inferiori di alcuni angioletti musicanti e oranti (se ne contano cinque), i quali ricalcano fedelmente gli angeli dell'Adorazione di Rivarolo: in particolare la posizione dell'angelo a sinistra riprende in modo puntuale quella del secondo putto musicante del trio collocato a sinistra nell'affresco rivarolese, mentre quello che si intravede all'estremità destra ricorda gli angioletti oranti posti alla sommità del dipinto spanzottiano. Evidentemente anche questa parte dell'affresco è stata staccata per essere collocata un po' più in basso, come rivela l'eccessiva vicinanza fra la mitra del vescovo all'estremità sinistra dell'affresco di Rivarolo è dato dai lunghi pastorali retti dai santi vescovi, che tentano di imitare la lucentezza di quelli rivarolesi. Inoltre è identico in modo da delineare le aureole disegnate piatte dietro la testa dei personaggi.