Nell'ipotesi delle variazioni strutturali del corpo di fabbrica originali che dalla purezza stilistica dell'anno mille, tipica di un Guglielmo da Volpiano, portano all'immagine attuale, vi è la possibilità della costruzione (se già non preesistesse) di due transetti o per meglio dire di uno a destra per bilanciare lo spazio occupato dalla base del campanile, facendo divenire la chiesa a pianta cruciforme dalla quale si sono ricavate le successive due navate laterali. Al di là di tale problema (ai posteri l'ardua sentenza) scorgiamo sul possibile transetto destro un ciclo pittorico interessante, dominato da una Adorazione del Bambino Gesù in cui la sintattia dei personaggi rimandano per legge di causa ed effetto all'accogliente atteggiamento del Bimbo. Tuttavia sono i dipinti ai lati che colpiscono maggiormente la mia curiosità, quello di sinistra per l'immediata enigmaticità iconografica di Sant'Anna e a destra per un'esplicita rappresentazione simbolica di San Michele Arcangelo con San Pietro. Sant'Anna! Pochi personaggi nell'universoagiografico sono così sconosciuti e al contempo così popolari. Di Sant'Anna nulla dicono i Vangeli e solo il Protovangelo di Giacomo, manoscritto del II secolo, ne fa mansione parlando dell'infanzia di Maria e pur tuttavia la tradizione si è impossessata del culto di Sant'Anna, e di suo marito Gioacchino, intrecciandovi attorno racemi di leggende forse fiorite dai nuclei di possibili verità sin dal VI secolo e con l'inserimento della santa del calendario liturgico nel 1584. La nostra immagine ce la dichiara nella totalità iconica, posata in uno spazio astratto, assolutamente frontale e priva di una forma reale, in un luogo, forse mentale, in cui il tempo è come azzerato e pur tuttavia ci offre la cronaca di una sacra genesi di cui Lei è stupitamente genitrice. Anche Lei come sua figlia ha partecipato ad una Annunciazione angelica così che, come in una spirale il passaggio genetico si confonde con quello spirituale nel filo conduttore che la porta direttamente al "Nipote". Forse proprio la sua misterica identità ha permesso che la devozione le attribuisse le grandi qualità traumaturgiche e l'affidamento protettivo a molti mestieri e attività tra cui quella degli orefici e degli scultori, degli straccivendoli e delle lavandaie, delle sarte e delle ricamatrici poiché Sant'Anna è colei che storicamente "partorisce due volte" è particolarmente invocata dalle partorienti.
Franz Ferzini
Sul muro collocato a sinistra dell'Adorazione, si trova un'imponente immagine affrescata di Sant'Anna (cm. 90 x 101) seduta su una panca di legno, definita prospetticamente, la quale regge sulle ginocchia la Vergine con il Bambino. La santa, raffigurata frontalmente, appare di dimensioni spropositate rispetto alla Vergine, che ricorda nell'espressione leggermente malinconica del viso, la Madonna della vicina adorazione. Un particolare curioso di questo dipinto è dato dall'aureola crociata di Gesù Bambino, realizzata in prospettiva a differenza di tutte le altre aureole dipinte nel ciclo della navata destra. Il restauro eseguito dal laboratorio di Valentina Barbareschi di Torino su interessamento del Comune di favria, ha comportato la pulitura delle superfici affrescate e l'eliminazione delle ridipinture sovrapposte nel corso dei secoli. In particolare il volto della Sant'Anna è stato liberato dalle ridipinture che ne avevano alterato la fisionomia originaria, conferendo allo sguardo un senso di fissità del tutto innaturale.