Nell'ipotesi delle variazioni strutturali del corpo di fabbrica originali che dalla purezza stilistica dell'anno mille, tipica di un Guglielmo dal Volpiano, portano all'immagine attuale, vi è la possibilità della costruzione (se già non preesistesse) di due transetti o per meglio dire di uno a destra per bilanciare lo spazio occupato dalla base del campanile facendo divenire la chiesa a pianta cruciforme dalla quale si sono ricavate le successive due navate laterali. [...] Nella navata di destra e sulla parete di destra, ecco un monito esplicito: l'Arcangelo Michele, col suo insindacabile giudizio, e San Pietro (cm. 112 x 140). I due Santi nella loro associazione alludono sempre alla soglia che il trapassato può varcare se ne dimostra le dignità necessarie. San Michele Arcangelo, il Signifer, ovvero che è alla testa dell'armata contro il male, contro il drago apocalittico, è anche colui che guida le anime che salgono al cielo, ma non prima di aver soppesato il loro cuore, la loro coscienza. Eccolo dunque mentre blocca (ma non uccide) il drago demonio con una lancia (simbolo più appropriato di San Giorgio), anziché la classica spada di fuoco, mentre nella sinistra opera nella delicata psicostasi, la pesatura delle anime che permette ai puri di spirito l'accesso al Paradiso. Questo della pesatura è un ricordo antico passato in oriente tramite gli Egizi presso cui la dea Maat pesava il cuore del defunto, se questo era più leggero di una piuma poteva accedere al regno osiriaco. L'immagine del giudizio seguì l'invariata utilità della bilancia sino alle iconografie del nostro occidente, ovviamente con la necessaria variazione dei simboli e degli attori d'una scena propedeutica alla vita e alla morte stessa. L'Arcangelo Michele e san Pietro probabilmente sono della scuola dello Spanzotti.
Franz Ferzini
Il restauro eseguito da laboratorio di Valentina Barbareschi di Torino su interessamento del Comune di Favria, ha reso possibile il recupero della bilancia per la pesatura delle anime del San Michele Arcangelo.